La Cosmesi del Senza

Verità e limiti della “cosmesi del senza”

Fino a poco tempo fa le etichette dei cosmetici mostravano un lungo elenco di “senza”, come se fosse più importante sottolineare cosa non ci fosse all’interno, al posto di evidenziare gli ingredienti realmente presenti. Questo modo di fare marketing ha creato non pochi problemi e ha generato dei dubbi sulla sicurezza dei cosmetici in generale. Spesso mi sono interrogata sull’origine di tale modo di presentare i cosmetici. Penso che la “cosmesi del senza” abbia avuto origine più o meno attorno al 2014, anno in cui un articolo, molto impreciso e con dati non confermati in seguito, mostrò il ritrovamento di alcuni parabeni nel tessuto mammario di una donna operata di cancro al seno, e da qui subito scaturì un tam tam mediatico a gran risonanza che mise i parabeni pesantemente sotto accusa. Ora, i parabeni sono innanzitutto una famiglia di molecole, e non si può paragonare un benzyl parabene a un metil parabene, in secondo luogo metil e propil parabene sono conservanti utilizzati e permessi non solo in campo cosmetico, ma anche alimentare e farmaceutico, sono infatti i conservanti preferiti per la maggior parte di sciroppi e soluzioni orali. Detto questo, non solo l’origine dei parabeni ritrovati in quel lavoro era del tutto incerta, ma nessuno studio ha poi mai confermato in seguito un collegamento tra parabeni e cancro al seno. Per trovare anche i lati positivi, tale allarmismo ha velocizzato studi di sicurezza più approfonditi che hanno portato ad eliminare alcuni parabeni dall’impiego cosmetico come quelli ramificati isobutil e isopropil, mentre dall’altro hanno ulteriormente confermato la sicurezza d’uso di metil e propil parabene, anche dei rispettivi sali. Ma dopo tutto il “rumore” creato attorno a questa categoria di conservanti, chi li sopporta più i parabeni nei cosmetici?

La “cosmesi del senza”, inoltre, non si ferma ai parabeni, si allarga ai siliconi, petrolati, PEG e tante altre sostanze. In Farmacia, tra l’altro, gestiamo paraffina liquida e PEG anche per uso orale, quindi tutti questi allarmismi verso tali categorie di ingredienti dove trovano fondamento? Perché, un conto è la preferenza personale, magari orientata al naturale e con un’attenzione all’ambiente, e un conto è attribuire connotati pericolosi a ingredienti regolarmente ammessi per uso cosmetico e considerati sicuri a tutti gli effetti. E’ su questo fondamento che dobbiamo puntare quando ci pongono dubbi sulle composizioni dei cosmetici, non sui claim vantati: “i cosmetici commercializzati nel mercato europeo sono sicuri per la salute umana, se utilizzati nelle ragionevoli e prevedibili condizioni di impiego”, così recita l’Articolo 3 sulla sicurezza del Regolamento 1223/2009. Leggendo certi articoli sui giornali, oppure nei vari blog gestiti in modo non proprio informato, sembra quasi che i cosmetologi possano fare quello che vogliono e inserire sostanze senza criteri o regole precise. 

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Cosmesi Del Senza Apr22