Detersione nel rispetto della cute

Detersione, com’è cambiata negli anni.

Pare che il termine “sapone” derivi dal Monte Sapo, situato vicino all’antica Roma, dove ceneri e grassi animali provenienti dai sacrifici venivano mescolati e utilizzati dalle donne per lavare il bucato nei ruscelli vicini. La storia del sapone è molto interessante, le prime prove dell’impiego di sostanze simili al sapone, per lavare i tessuti e gli utensili e non per l’igiene personale però, risalgono al 2800 a.C. in Babilonia, ma si può dire che solo nel secolo scorso gli scienziati abbiano iniziato a capire le interazioni molecolari dei tensioattivi (i principi attivi nel sapone) con la pelle umana, consentendo ai formulatori di creare detergenti efficaci ma delicati nello stesso tempo. Il concetto di detersione si è ulteriormente e profondamente evoluto nel corso degli ultimi vent’anni, sia dal punto di vista chimico-formulativo, sia da quello della percezione collettiva. Infatti, dalla necessità di sentirsi puliti, intesa come “togliersi lo sporco di dosso”, si è passati ad un concetto di detersione fisiologica, ovvero “eliminare il superfluo, a condizione di preservare gli equilibri cutanei”. Sempre di più si sta prendendo coscienza dell’importanza del mantenere intatta l’integrità degli equilibri cutanei come il film idrolipidico, il pH fisiologico e il microbiota, per garantire la giusta capacità di protezione da parte di una pelle sana. Detergenti troppo aggressivi possono infatti facilmente causare problematiche di secchezza, disconfort, arrossamento e irritazioni.

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Detergenza Feb22